martedì 16 maggio 2017

L'ILIADE


L'ILIADE

OMERO:
Omero è il nome con il quale è storicamente identificato il noto poeta greco autore dell'Iliade e dell'Odissea, i due massimi poemi epici della letteratura greca.
Già dubbie le attribuzioni della sua opera presso gli antichi, a partire dalla seconda metà del Seicento si iniziò a mettere in discussione l'esistenza stessa del poeta, dando inizio alla cosiddetta "questione omerica".



IL PATHEON GRECO:



       Ade (Plutone): Dio degli Inferi



       Afrodite (Venere): Dea della bellezza e dell’amore



       Apollo (Apollo): Dio del sole e della poesia



       Ares (Marte): Dio della guerra



       Artemide (Diana): Dea della caccia



       Atena (Minerva): Dea della sapienza



       Demetra (Cerere): Dea del raccolto



       Dioniso (Bacco): Dio del vino



       Efesto (Vulcano): Fabbro degli dei



       Era (Giunone): Dea del matrimonio



       Ermes (Mercurio): Messaggero degli dei



       Poseidone (Nettuno): Dio del mare



       Zeus (Giove): Dio dei cieli






LE CARATTERISTICHE DELL'OPERA

L'Iliade è diviso in easametri, narra i 50 giorni del decimo anno di guerra, ha una struttura narrativa complessa con: un inizio in medias-res, una sostanziale coincidenza tra fabula e intreccio e un ritmo narrativo molto vario. Come voce narrante abbiamo un narratore esterno, onnisciente  soggettivo; in pochi casi esprima partecipazione emotiva. Come punti di vista troviamo il narratore che esprime valori tipici dell'aristocrazia guerriera della Grecia arcaica. Come stile ritroviamo la ripetitività, degli epiteti formulari, molte similitudini e dei patronimici. A livello di spazio ci troviamo a Troia una città dell'Asia minore.

LA GRECIA

       Spartani: Menelao, Sparta

       Micenei(achei o atridi): Agamennone, Micene

       Cretesi: Idonomeo, Creta

       Mirmidoni: Achille, Ftia

       Argivi: Diomede, Argo

       Itacesi: Ulisse, Itaca

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TROIA

Troia o Ilio, è sia un antico sito storico dell'Asia Minore, posto all'entrata dell'Ellesponto (Stretto dei Dardanelli), nell'odierna Turchia, attualmente chiamata Truva e popolata da un centinaio di abitanti, sia una città mitica dei testi classici greci.

Fu teatro della guerra di Troia narrata nell'Iliade, che descrive una breve parte dell'assedio (prevalentemente due mesi del nono anno di assedio, secondo la cronologia proposta dal poeta epico Omero, a cui viene attribuito il poema), mentre alcune scene della sua distruzione sono raccontate nell'Odissea.

Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di archeologia Heinrich Schliemann, a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da Frank Calvert. Il sito archeologico di Troia è stato proclamato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1998.

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PERSONAGGI E TEMI

Come temi abbiamo:

 •       L’onore (areté)

       La gloria davanti alla comunità (timè)

       L’ira (ménis)

       Sottrazione della donna

       Bottino di guerra (ghèras)

       Atto di empietà (hybris)



Come personaggi abbiamo:

· Achille (greco, forza estrema e passioni incontrollate)

· Ettore (troiano, eroe che antepone il rispetto per il proprio dovere agli affetti familiari)

· Eroi:

· greci: Agamennone, Menelao e Odisseo

https://i0.wp.com/upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/65/Genealogia_dei_dell'Olimpo.png· troiani: Paride e Priamo

· Donne: Elena e Andromaca

· Dei secondari: Teti, Nemesi, Eris

I LIBRI

 •       I LIBRO: la peste e l’ira

       III-IV LIBRI: il duello tra Paride e Menelao

       XI-XII-XIII LIBRI: Agamennone, le battaglie presso il muro e presso le navi

       XIV-XV LIBRI: l’inganno a Zeus e il contrattacco

       XVI-XVII-XVIII LIBRI: Patroclo e le nuove armi di Achille

       XIX-XX-XXI LIBRI: la cessazione dell’ira. Battaglia degli dei e battaglia fluviale

       XXII LIBRO: il duello tra Ettore e Achille

       XXIII-XXIV LIBRI: i giochi funebri per Patroclo, l’incontro tra Priamo e Achille e i funerali di Ettore



I LIBRO: LA PESTE E L'IRA



Achille convoca i Greci in assemblea: in quella sede, l'indovino Calcante rivela le ragioni della peste mortale che ha colpito il campo greco e sollecita la restituzione di Criseide al padre, senza riscatto, e un sacrificio espiatorio. Agamennone, seppure furente, è disposto a restituire Criseide, ma esige per sé in cambio un'altra ricompensa, perché non accada che egli solo, tra i Greci, rimanga senza la sua parte di bottino. Achille replica che ciò è impossibile: tutto il bottino è già stato diviso, né si può togliere agli altri per dare ad Agamennone; egli avrà la sua ricompensa, moltiplicata, quando Troia sarà presa e saccheggiata. Agamennone ha già annunciato che, restituita Criseide, toglierà ad Achille la sua schiava Briseide; Achille si ritira nella sua tenda. Lascerà, senza intervenire, che Ettore e i Troiani massacrino gli Achei.

Achille ordina all'amico Patroclo di consegnare la schiava diletta e poi piange, iroso e sconsolato. Accorre dal mare la madre Teti, per confortarlo, e gli promette che chiederà a Zeus vendetta per lui.

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III-IV LIBRI: IL DUELLO TRA PARIDE E MENELAO

Mentre i due eserciti si scontrano, Menelao scopre Paride e lo attacca, ma questi fugge. Rimproverato da Ettore, il Troiano accetta d misurarsi con il rivale e chiede che le ostilità cessino, poiché la sfida tra lui e il re di Sparta sarà decisiva per l'esito della guerra. Intanto Elena, dall'alto delle mura di Troia, indica a Priamo i principali eroi greci. Agamennone e Priamo, i due re avversari, giurano di rispettare il responso del duello. Paride e Menelao iniziano a combattere e Menelao sembra avere la meglio, quando Venere interviene a salvare Paride avvolgendolo in una nube e portandolo nel suo palazzo. Agamennone proclama Menelao vincitore, chiede la restituzione d'Elena e la consegna dei tesori rubati, più un risarcimento per i danni subiti.

Era e Atena non si accontentano di quest'epilogo: vogliono la distruzione di Troia. Il troiano Pandaro, che è un eccellente arciere, su istigazione d'Atena ferisce Menelao e viola così i patti. Gli Achei reagiscono, Agamennone passa in rassegna l'esercito, loda i capi e incoraggia i soldati a riprendere la lotta. Ben presto la battaglia infuria con gravi perdite da parte di entrambi gli eserciti.

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XI-XII-XIII LIBRI: AGAMENNONE, LE BATTAGLIE PRESSO IL MURO E LE NAVI

La Discordia, inviata da Zeus, provoca lo scontro violentissimo dei due eserciti. Agamennone si distingue per il suo eroismo: i Troiani ripiegano e anche Ettore si ritira per consiglio di Zeus. Agamennone è ferito al braccio ed è costretto a ritirarsi, favorendo la riscossa troiana con a capo Ettore.

La battaglia si svolge violenta presso il muro e il fossato a protezione delle navi achee. I Greci si difendono accanitamente. Un improvviso attacco dei Troiani guidati da Sarpedonte, re dei Licii, è respinto. Intanto Ettore sfonda la porta e i Troiani dilagano nel campo dei Greci, che fuggono disordinatamente verso le navi.

Dopo che i Troiani hanno aperto una breccia nel muro difensivo dei Greci, la battaglia si sposta presso le navi. Poseidone, il dio del mare, interviene in favore degli Achei. Il combattimento si fa sempre più aspro, ma i Greci resistono. Idomeneo e Merione rientrano nella mischia dopo essersi allontanati per procurarsi nuove armi e compiono imprese gloriose. Muoiono o sono feriti molti capi troiani e deve intervenire Ettore per spingere i suoi ad un altro assalto.

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XIV-XV LIBRI: L'INGANNO A ZEUS IL CONTRATTACO

L'assalto dei Troiani è sempre più pressante e Agamennone è scoraggiato tanto da prospettare a Ulisse e Diomede la fuga: i due si oppongono e incitano i soldati. Era, con l'aiuto di Afrodite e del dio Sonno, seduce Zeus, lo fa addormentare ed è libera di portare aiuto agli Achei. Poseidone può così soccorrere più liberamente gli Achei che si avviano alla vittoria con la valida collaborazione di Agamennone, Diomede e Ulisse, che incitano i loro compagni. Un nuovo assalto degli Achei e altri duelli da loro vinti costringono i Troiani a oltrepassare il fossato del campo.



Zeus, che era stato proditoriamente addormentato da Era, si sveglia e, vista la rotta dei Troiani, inveisce contro Era. Dopo un inutile tentativo delle dea di provocare la ribellione degli dei contro Zeus, Iride, la messaggera dell'Olimpo, è inviata sulla terra per ingiungere a Poseidone di lasciare la contesa. Poseidone, malvolentieri, obbedisce; i Troiani prevalgono, ma sono fermati proprio davanti alle navi.

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XVI-XVII-XVIII LIBRI: PATROCLO E LE NUOVE ARMI DI ACHILLE

Patroclo prega Achille di lasciarlo andare sul campo facendogli indossare la sua armatura. Achille acconsente, ma gli impone di tornare da lui non appena abbia respinto gli avversari dalle navi. Dopo la partenza di Patroclo, Achille rientra nella tenda e prega Zeus che gli faccia tornare l'amico sano e salvo. All'arrivo di Patroclo in campo la paura invade i Troiani che in un primo tempo lo credono Achille.

Patroclo continua a combattere; vittorioso e terribile sta però compiendo la sua ultima impresa, poiché anche la sua morte è imminente. L'eroe insegue i Troiani fin sotto le mura di Troia, sta per scalare le mura della città, ma è cacciato indietro da Apollo, che appare ad Ettore per spronarlo ad affrontare Patroclo. Al quarto assalto, Apollo lo colpisce alle spalle e lo stordisce. Prima lo ferisce il troiano Euforbo e poi Ettore vibra il colpo mortale insultandolo. Patroclo predice al nemico la morte per mano di Achille e muore.

Ettore spoglia delle armi il cadavere di Patroclo, ma non riesce ad infierire sul suo corpo per l'accorrere di Menelao. Ettore intanto indossa le armi di Achille, appena strappate a Patroclo. Si riaccende una furibonda lotta attorno al cadavere del giovane eroe.

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XIX-XX-XXI LIBRI: LA CESSAZIONE DELL'IRA. LA BATTAGLIA DEGLI DEI E BATTAGLIA FLUVIALE

Sul far del giorno, Teti consegna ad Achille le nuove armi. Convocata l'assemblea dell'esercito, viene ricomposta la lite tra Achille e Agamennone che manda alla tenda del Pelide ricchi doni e restituisce Briseide. Achille indossa l'armatura per la battaglia e l'esercito acheo esce in campo. Il cavallo Xanto prodigiosamente, con voce umana annuncia all'eroe la sua morte; Achille risponde che è ben consapevole della sua sorte, ma vuole prima punire i Troiani.

Nel concilio degli dei, Zeus assicura la sua imparzialità e permette agli altri dei di partecipare alla battaglia e di schierarsi accanto agli eroi prescelti. Era, Atena, Ermes, Poseidone ed Efesto si schierano con gli Achei; Ares, Apollo, Latona, Artemide, Afrodite e Xanto con i Troiani.

I Troiani fuggono verso il fiume verso il fiume Xanto e alcuni si slanciano tra le onde. Lo stesso Achille li insegue entrando nel fiume e facendo strage di nemici. Cattura anche dodici giovanetti troiani, proponendosi di sacrificarli poi davanti al rogo di Patroclo. Ritornato al fiume continua poi a imperversare finché il dio Xanto, sdegnato, appare in forma umana e invita Achille ad allontanarsi. Alla risposta negativa dell'eroe, le acque si gonfiano e diventano torbide e Achille rischia l'annegamento, ma riesce a uscire dalle acque, che lo inseguono nella pianura. Era chiama in soccorso Efesto che con il suo fuoco costringe le acque del fiume a ritirarsi. Intanto scoppia una violenta battaglia tra gli dei. I Troiani comunque sono inseguiti da Achille e a stento si rifugiano al sicuro entro le mura della città.

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XXII LIBRO: IL DUELLO TRA ETTORE E ACHILLE



 Ettore è risoluto ad affrontare Achille in duello, anche se Priamo e Ecuba lo scongiurano di porsi in salvo e di rientrare in città. Ma Ettore non ascolta la preghiera dei genitori e attende il nemico che si avvicina. Quando però si trova davanti Achille, è vinto da improvviso terrore e si dà alla fuga. L'eroe greco lo insegue e per tre volte i due compiono di corsa il giro delle mura di Troia.

Zeus interroga la bilancia del destino, che infatti decreta la morte di Ettore. Allora anche Apollo rinuncia a proteggere l'eroe.

Deifobo, il più caro dei fratelli di Ettore, gli promette di aiutarlo. Purtroppo a parlare non è Deifobo, ma Atena che ne assunto le sembianze per tradire Ettore e proteggere Achille.

Inizia così il duello. Ettore schiva il primo colpo della lancia di Achille e scaglia la sua, che colpisce ma non fora lo scudo di Achille. Ettore capisce di essere stato tradito dagli dei: quando si volge per chiedere a Deifobo un'altra lancia, il fratello è scomparso. Allora si rassegna a morire pensando alla gloria che gli tributeranno i posteri. Achille, che ben conosce le armi indossate dal nemico, indirizza la sua lancia nell'unico punto scoperto, tra collo e spalla. Per il troiano è la fine. Ettore morendo, supplica il nemico di aver pietà del suo corpo e di restituirlo ai genitori, che gli offriranno un lauto riscatto, ma Achille è sordo ad ogni richiesta. Ettore gli predice prossima la morte; e quindi la sua anima scende nell'Ade. Il Pelide infierisce sul suo corpo, lo spoglia delle armi, mentre gli altri Achei lo trafiggono con le loro lance; poi, legato il nemico con una cinghia di cuoio alla sua biga, lo trascina nel sangue e nella polvere, verso le navi. Dalle mura Priamo, Ecuba e Andromaca assistono al terribile spettacolo e si disperano.



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XXIII-XXIV LIBRI:I GIOCHI FUNEBRI PER PATROCLO, L'INCONTRO TRA PRIAMO E ACHILLE E I FUNERALI DI ETTORE

      Durante la notte, Patroclo appare in sogno ad Achille e lo prega di seppellirlo al più presto e gli ricorda la prossima morte. All'alba Achille fa preparare la pira, dove viene deposto il corpo dell'amico. In onore del morto, Achille indice dei giochi funebri e propone i premi per le singole gare.

       Priamo sceglie i doni da offrire ad Achille e si fa allestire un carro per il trasporto del cadavere del figlio. Priamo, non visto, entra nella grande casa di legno del Pelide, si getta in lacrime alle sue ginocchia e bacia la mano di chi gli ha ucciso tanti figli. Gli rammenta il vecchio padre Peleo e gli fa presente le proprie sventure, quindi supplica Achille di restituirli il corpo morto di Ettore. Il Pelide si commuove, piange con Priamo e acconsente alla sua richiesta. Poi prende il denaro offerto in riscatto; lava, unge e veste il cadavere di Ettore, invita il re troiano a mangiare con lui e accorda una tregua di undici giorni per la sepoltura del nemico.

       La salma di Ettore torna così a Troia. Il corpo di Ettore viene trasportato nella reggia e qui Andromaca, Ecuba ed Elena levano i loro solenni lamenti. Per nove giorni si tagliano gli alberi dei boschi del monte Ida e si trasportano i tronchi in città per la costruzione della pira su cui le fiamme, infine, riducono in ceneri il corpo del giovane eroe. I suoi resti sono raccolti in un'urna d'oro e sepolti sotto un alto tumulo. Segue un solenne banchetto funebre nella reggia di Priamo.



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TROY

1193 a. C.: Paride, principe di Troia, rapisce Elena, regina di Sparta e moglie di Menelao. Questo episodio scatena una guerra destinata a durare dieci anni, che avrà come principali antagonisti Achille per i greci ed Ettore per i troiani.

Troy è un film colossal epico del 2004 diretto da Wolfgang Petersen, liberamente basato sul poema Iliade di Omero. Narra il rapimento di Elena, la guerra di Troia e soprattutto il mito di Achille.

PRIMA DATA DI USCITA: 9 maggio 2004 (Germania)

REGISTA: Wolfgang Petersen

TEMA PRINCIPALE: Remember me

SCRITTO DA: Omero

MUSICA COMPOSTA DA: James Horner

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L'ILIADE DI ALESSANDRO BARICCO

«Omero, Iliade» è una riscrittura e reinterpretazione del poema epico omerico dell'Iliade, scritta da Alessandro Baricco e pubblicata da Feltrinelli nel 2004.

L'opera è basata sulla traduzione dell'Iliade da parte di Maria Grazia Ciani.

Alessandro Baricco fa narrare la vicenda direttamente da parte dei protagonisti della vicenda, ai quali dedica interi capitoli in cui si esprimono per monologhi. Alcuni dei capitoli hanno dialoghi a più voci, quali il quarto (Pandaro, Enea), l'ottavo (Diomede e Ulisse) e il decimo (Sarpedonte, Aiace di Telamone, Ettore).

Rispetto al testo originale, Baricco ha optato per eliminare alcune delle ripetizioni e la presenza delle divinità, mentre per quanto riguarda il linguaggio, ha scelto un italiano moderno, rimuovendo così, nelle sue parole, «tutti gli spigoli arcaici che allontanano dal cuore delle cose».

A conclusione della storia, che non affronta direttamente la vicenda del Cavallo di Troia e della caduta della città, Baricco ha poi aggiunto un capitolo in cui viene narrata la fine della guerra.

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GIULIA CAPUTI-MARTINA MARINO

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LICEO STATALEGB G. B. GRASSI LATINA